sovrasta la bellezza, che in te specchio.
è il titolo di un giorno di quelli in cui esce il sole a salvarti. la natura è madre perché sa quando, dove e come. risponde al richiamo solo se è il momento. ieri ha piovuto forte e intenso con il vento che imprecava negli spiragli di silenzio. ma io vivo e resto fedele. apro gli occhi, ho ancora il ricordo di un dolore attaccato come un laccio ancora si, intorno alla testa come quella corona di spine ormai secca e pronta a cadere. stiro le gambe, entra l'aria dai piedi fino al ventre, fa un giro antiorario e sale verso il fondo delle fosse nasali per uscire portando via con sé il grigio annidato. con i piedi per terra sento il peso di un corpo caldo, lo conduco sotto un getto di acqua fredda, per dissipare il calore, cosi mi disse per insegnarmi a riavviare il sistema cardio vascolare. fresca come viola al freddo, ho un pistillo giallo radiante come fontanella accesa sul centro della testa, libera adesso. inizia un giorno con l'arcobaleno , quello vero, fatto a mano da pioggia e sole. era per me che l'ho visto nascere e morire. è tutta colpa del cielo!... anzi oggi è il giorno del cielo. mi ha inseguito ovunque. mi sovrasta di quella bellezza che entra prepotente e incessante in ogni angolo che si forma dall'incontro di linee. belle le linee. libere le linee. si allungano, si spezzano e fanno curve, si attorcigliano e scrivono parole. parlano eleganti dall'eleganza riflessa negli occhi di chi guarda il cielo con orecchie tese, ben accese. buona lettura: parla il cielo.
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il bello alimenta, sempre.
